Afte e alimentazione

Le afte sono piccole e fastidiose ulcere che si presentano all’interno della bocca, non sono infettive  e sono caratterizzate da una fase dolorosa più o meno marcata a seconda dell’estensione e della sede della lesione che permane per circa 5 giorni; l’alimentazione ha un ruolo molto importante sia nella comparsa che in presenza di esse.
Le afte si presentano inizialmente con un leggero gonfiore, ricoperte da una patina biancastra, composta da strati di Fibrina, una proteina coinvolta nella coagulazione del sangue, e localizzate soprattutto su labbra, guance, gengive e pavimento del cavo orale.
La comparsa delle afte è strettamente connessa con un disagio infiammatorio che trova tra le sue concause l’innalzamento dell’infiammazione generalizzata; la relazione con l’alimentazione trova tra le sue possibili cause uno stato di infiammazione intestinale che non permette il corretto assorbimento dei nutrienti o una dieta che non apporti vitamine e sali minerali indispensabili nelle quantità ottimali.
In particolare ferro, vitamina B 6, B 12 e vitamina D risultano più carenti in chi soffre di afte rispetto a chi non ha mai sofferto di questo disturbo.
Il ridotto apporto quotidiano di frutta e verdura fresca e il mancato utilizzo di carboidrati integrali o leguminose peggiorano una situazione di disagio intestinale e di carenza nutrizionale (in sali minerali, vitamine e fibra).
La scelta terapeutica per curare le afte dipende dalle caratteristiche di quest’ultime (natura, numero delle lesioni, dimensioni, durata frequenza delle recidive) e dalle necessità dei pazienti.
A fianco della terapia locale non deve mai mancare una corretta igiene orale quotidiana.